Mandiamo la redazione de L’Espresso a lezione di sentimenti

di Iolanda Di Stasio

Sull’ultimo numero de L’Espresso sono state pubblicate delle frasi gravissime. In un test già di per sé di discutibile gusto, sono state inserite delle domande non solo offensive, ma quel che è peggio di un maschilismo becero e violento che sarebbe stato inaccettabile anche da una rivista di quart’ordine, figuriamoci se mai ci saremmo aspettati una cosa del genere da un settimanale di questo tipo e soprattutto a firma di una donna.

Il direttore Marco Damilano ha permesso che si chiedesse ai lettori con quali donne della politica andrebbero a letto e perché, se per “zittirle, sculacciarle, svegliarle o disinnescarle“: non solo una carrellata di stereotipi maschilisti, ma un vero e proprio incitamento alla violenza di genere. Gli uomini protagonisti del test, tra i quali il nostro Presidente della Camera e Davide Casaleggio, non ne vengono fuori meglio, ma è centrale notare come con gli uomini, secondo la persona che ha dato vita a queste pagine disgustose, si vada a letto per delle qualità, seppur discutibili, con le donne invece per punirle o smettere di farle parlare.

L’ipocrisia del settimanale, poi, sta nell’impaginare queste offese tra un articolo sull’educazione al rispetto nei confronti delle donne e una rubrica che denuncia l’odio razziale. Mandiamo la redazione de L’Espresso a lezione di sentimenti, come loro stessi suggeriscono in un articolo successivo al test, perché pare proprio che sia necessario. Non è possibile che si continui a rivolgersi a noi donne in questi termini violenti, in quella redazione si conoscono i numeri di stupri e femminicidi in Italia? E se sì, come hanno potuto permettere che tutto ciò andasse in stampa, nelle edicole e poi nelle case degli italiani? Domenica è andato in distribuzione il giornalismo goliardico dei bulli e le vittime preferite, facili, ancora una volta, siamo noi donne.

di Maria Edera Spadoni

Il maschilismo più becero su L’Espresso, che nell’ultimo numero partorisce un test su quali politici vi portereste a letto. A parte il dubbio gusto del test (ma questo verrà deciso dai lettori ovviamente), la giornalista Stefania Rossini ipotizza che si voglia fare sesso con gli uomini perché ruspanti, poliedrici, indecifrabili. Sulle politiche donne invece viene riportato che le si porterebbero a letto solo per zittirle, sculacciarle, svegliarle. Uomini ruspanti, poliedrici, indecifrabili. Donne da sculacciare o da zittire. Neanche negli anni ‘50 mi sarei aspettata un mix di sessismo stereotipato così alto. Spero che L’Espresso e la giornalista si scusino per questo ritorno al passato disgustoso. Che si adoperino per tutelare l’immagine della donna piuttosto che fare test inutili che non fanno ridere nessuno.