Il tempo indeterminato sta tornando di moda, con il Decreto Dignità

Stanno cercando di delegittimare il Decreto Dignità in tutti i modi. Adesso inizia a girare la voce che aumenterà la percentuale di contratti precari a disposizione di una singola impresa sul totale dei suoi dipendenti. È tutto falso e ve lo spieghiamo in maniera molto semplice: prima del decreto su 100 lavoratori l’impresa poteva assumerne 20 con contratti a termine, ma quanti ne voleva con contratti in somministrazione. Era un vincolo di fatto facilmente aggirabile per abusare del precariato. Non c’erano limiti al cosiddetto lavoro interinale.

Noi manteniamo il limite dei 20 contratti a termine e interveniamo con un emendamento di maggioranza per limitare anche il numero dei contratti in somministrazione, i quali non potranno superare il 30% del totale, e la gran parte delle volte saranno ancora inferiori, dato che una parte di quel 30% sarà già occupato dai contratti a termine. Ad esempio, se il 10% fosse occupato dai contratti a termine quello interninali non potrebbero superare il 20%. Questo significa che vengono incentivati i contratti a tempo indeterminato, i quali dovranno essere obbligatoriamente almeno il 70% per ogni azienda.

Il miglioramento quindi è enorme: si passa da una situazione in cui un’azienda poteva assumere tutti i lavoratori con contratti precari ad una in cui il contratto stabile sarà quello maggiormente utilizzato. Basta falsità sul nostro decreto. La stabilità del posto di lavoro sta tornando di moda.