Fuori la politica dalla Sanità!

di MoVimento 5 Stelle

La Salute è un diritto fondamentale, ma quando parliamo di cure mediche non è in gioco solamente la capacità di guarire i pazienti. La sanità italiana è e resta ai livelli più elevati al mondo per il suo effettivo valore.

Una buona cura però non è solo efficace, deve essere tempestiva. Una buona cura arriva nel momento giusto ed evita a chi sta male i disagi e le sofferenze che la condizione di malattia già porta con sé. La salute non può andare in vacanza.

Eppure proprio in questi giorni molte strutture ospedaliere hanno sospeso e rinviato a settembre gli interventi a causa della carenza di personale. La necessità di smaltire le ferie accumulate si somma ad una cronica mancanza di medici e infermieri. In Italia secondo l’Anaao (Associazione medici dirigenti del Ssn) mancano già 14mila medici ospedalieri (di cui 4mila anestesisti) e 60mila infermieri.

Nemmeno le assunzioni già programmate in molte regioni potranno colmare questa carenza. Al contrario i pensionamenti già programmati non faranno che aggravare la situazione. Nei prossimi cinque anni, per la Federazione medici di medicina generale (Fimmg), smetteranno di lavorare 45mila camici bianchi, saranno addirittura più di 80mila nei prossimi dieci (oltre 33mila medici di base e più di 47mila ospedalieri).

Senza attendere questi scenari, già oggi la cronaca ci racconta episodi grotteschi come la chiusura dell’intero reparto di chirurgia vascolare dell’Ospedale del mare di Napoli, svuotato dei pazienti per consentire ai medici di partecipare alla festa di promozione di un primario. Sembra la scena di una commedia, un racconto di fantasia. Ci sarebbe da ridere se l’episodio non avesse messo in pericolo la vita di un malato…

Non c’è niente da ridere leggendo quanto invece accade in Basilicata. Un’inchiesta ha portato all’arresto del presidente della Regione proprio per la sua presunta ingerenza nella gestione delle aziende sanitarie. La giustizia farà il suo corso e accerterà le eventuali responsabilità, ma questo è il sintomo, l’ennesimo, del male che denunciamo da tempo.
Il vero grande bubbone della sanità italiana è la politica. I partiti hanno trasformato i servizi sanitari in centri di gestione clientelare, impossessandosene per produrre consenso, gestire potere, perpetuare privilegi.

Bisogna rescindere una volta per tutte il legame dannoso tra politica e sanità. Non ci deve essere più il minimo dubbio di ingerenza in un settore così delicato per la vita dei cittadini. È il momento di agire con coraggio e rinnovare i modelli di gestione della sanità pubblica.

Occorre intervenire sulla macchina amministrativa e organizzativa, prevedendo nuovi criteri di nomina dei direttori generali, sanitari e amministrativi. Scegliendoli per competenza e merito, non per appartenenza. Così come ci vuole trasparenza e meritocrazia nella valutazione dei dirigenti in funzione del raggiungimento degli obiettivi di salute e di bilancio.

Ora, adesso, subito. Fuori la politica dalla sanità!