Finalmente sulle grandi opere scriviamo una nuova storia

di Danilo Toninelli, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti

È stato emozionante oggi rispondere come ministro e come vostro portavoce al primo question time della legislatura. Ma confesso che è stato anche facile, perché ho dovuto soltanto ribadire le proposte che fa da sempre il MoVimento Cinquestelle in tema di grandi opere, riportate poi nel Contratto di governo.

I nostri primi atti stanno ribaltando la logica utilizzata finora: ora il criterio è quello dell’utilità per i cittadini e per le comunità, non più quello di arricchire i soliti noti sventrando intere aree del Paese con il consueto corollario di scandali e inchieste della magistratura. Ma sia chiaro: l’obiettivo della nostra azione di governo non è dire no a tutto, bensì dire no alle opere inutili e dannose per liberare energie e risorse davvero utili al futuro del Paese, dalla messa in sicurezza del territorio alla cura e manutenzione delle reti idriche fino alla rivoluzione dell’economia circolare e a quella della mobilità sostenibile.

Partiremo dall’analisi costi-benefici di ciascun progetto per evitare, finalmente, quello che finora non si è voluto evitare: lo spreco di danaro pubblico e il proliferare di ricorsi che rallentano inesorabilmente la realizzazione delle opere, finendo per gravare sulle tasche e sulla vita dei cittadini.

Vi sembrerà strano ma è la prima volta che si procede con questo criterio. Noi lo applicheremo, come promesso, a partire dall’Alta velocità Torino-Lione, per la quale è in corso un approfondimento serio e meticoloso che tenga anche conto di un elemento importante: lo stesso Commissario di Governo ha riconosciuto che non c’è traccia del previsto aumento del traffico merci sulla direttrice, elemento questo che rappresentava il fondamento dell’intero progetto.

Tenendo ferma la barra della centralità dell’interesse pubblico, dell’utilità di ogni opera per i cittadini, riusciremo a valutare con estrema attenzione ed efficacia ogni intervento. Uno di questi è, ad esempio, il nodo dell’alta velocità a Firenze, che prevede la realizzazione di una galleria che passa esattamente sotto il centro storico e di una stazione molto impattante sulle bellezze storiche e naturalistiche dell’area. Tutto questo per guadagnare 5 minuti di percorrenza fino a Roma.

Se si aggiunge che, secondo uno studio Rfi del 2016, per la sua posizione la nuova stazione sarebbe usata dal 15% di viaggiatori in meno rispetto a Santa Maria Novella con un calo potenziale di viaggiatori del 10%, la domanda è lecita: non è il caso di valutare ipotesi alternative?

Siamo consapevoli che il nostro metodo e la nostra azione vanno in direzione ostinata e contraria rispetto ai piccoli e grandi interessi di alcuni. Ma questo è il Governo del cambiamento e nelle prossime settimane i fatti dimostreranno che su infrastrutture e grandi opere si scrive una storia radicalmente nuova.