Via studi di settore e spesometro, segnala anche tu una legge #DaAbolire!

di Luigi Di Maio

Oggi a Milano ho presentato il nostro sito www.leggidaabolire.it, nel quale accoglieremo segnalazioni e proposte dei cittadini per eliminare tutto ciò che appesantisce la vita quotidiana di contribuenti e Pmi. Le prima due cose da cancellare sono gli studi di settore e lo spesometro, strumenti che hanno contribuito a far impazzire imprenditori, commercianti e cittadini.

Accanto a me c’erano il nostro candidato alla Regione Lombardia, Dario Violi, e i rappresentanti delle associazioni di imprenditori, artigiani e commercianti che abbiamo ascoltato in questi mesi e che ci hanno chiesto di essere lasciati in pace, di essere messi nelle condizioni di lavorare: è soprattutto da loro che arriva la richiesta di intervenire subito e con decisione nel campo minato della burocrazia.

Il MoVimento 5 Stelle abolirà nel più breve tempo possibile 400 leggi inutili, spesometro e studi di settore. Liberando le imprese dalla burocrazia che si è accumulata negli anni vogliamo metterle nella condizione di esprimersi al massimo delle loro possibilità, pagando ciò che è giusto. Un sistema fiscale snello ed equo porterà i suoi frutti anche in termini di minore evasione e maggior produttività.

Secondo un’indagine della CNA le piccole e medie imprese perdono 22 miliardi di euro annui per mettersi in regola di fronte alla giungla di norme e adempimenti. Il 41,3% delle imprese impegna 3 giorni lavorativi pieni ogni mese per la burocrazia, un altro 32,2% di imprese butta al vento addirittura 5 giorni. Una mossa politica di immediato buon senso è abolire centinaia di leggi inutili che appesantiscono i rapporti tra imprese e pubblica amministrazione. Lo faremo nei primi 100 giorni di governo.

Al delirio burocratico si aggiungono gli interventi a gamba tesa della politica. Quando si parla di fisco e burocrazia, infatti, il verbo ‘semplificare’ è da sempre in bocca a tutti i politici di tutti i partiti, ma bisogna fare attenzione a come si semplifica. Si può semplificare per migliorare la qualità della vita di cittadini e imprese o fingere di semplificare per massacrare di tasse chi non può difendersi. In questi anni abbiamo assistito a semplificazioni inique, costruite malissimo, come lo spesometro e gli studi di settore. Il risultato è stato spremere gettito fiscale dai cittadini e dalla piccola e media impresa senza colpire la grande evasione.

Gli studi di settore vanno aboliti immediatamente perché sono incostituzionali: stimando i ricavi presunti di imprese, lavoratori autonomi e liberi professionisti costringono anche chi ha guadagnato meno della stima a pagare come se avesse guadagnato la cifra decisa dalla Pa. In questo modo viene meno la progressività dell’imposizione fiscale prevista dalla nostra Costituzione. È urgente tornare ad un modello di riscossione equo fondato sulla fiducia tra Agenzia delle Entrate e contribuenti.

Lo spesometro è una buona idea applicata nel peggior modo possibile. La ragione è che non ci può essere vera semplificazione se esistono 16.000 banche dati non coordinate tra loro. E il bello è che i 5,7 miliardi necessari per integrare le banche dati sono già stati stanziati, ma vengono spesi malissimo. Il MoVimento 5 Stelle vuole ridurle da 16.000 ad un massimo di 10, facendo parlare i dati tra loro. Per questa via possiamo far risparmiare a cittadini, imprese e dipendenti della Pa milioni di ore ogni anno, con un ritorno potenziale di mezzo punto di Pil, pari a 8 miliardi di euro.