Una pensione di cittadinanza: mai più sotto la soglia di povertà

di Luigi Di Maio

È curioso che la nostra proposta di dare una “pensione di cittadinanza” a chi vive sotto la soglia minima di povertà, di cui ho parlato ieri mattina, venga derisa proprio dai parlamentari del PD, cioè dai rappresentanti di quel partito che in teoria dovrebbe dimostrare una certa sensibilità verso temi come la povertà e l’emarginazione sociale. Ma evidentemente l’unico tema a cui sono rimasti sensibili sono i loro privilegi.

Se queste persone si tagliassero lo stipendio o rinunciassero al vitalizio, come abbiamo fatto noi del MoVimento 5 Stelle, trovare le coperture per dare una pensione decente ai tanti anziani che non arrivano a fine mese non sarebbe un problema. Io sono stufo di un Paese in cui i soldi per i vitalizi e gli stipendi d’oro ci sono sempre, mentre per i cittadini non ci sono mai e non accetto di vedere un anziano che dopo una vita di sacrifici non può nemmeno fare la spesa o comprare le medicine. E questa non è retorica: qualche settimana fa sono stato all’associazione Pane Quotidiano a Milano e ho visto con i miei occhi tanti pensionati fare la fila per mangiare un pasto caldo.

La nostra proposta è una risposta concreta a tante situazioni come queste: è un’integrazione per un pensionato che ha un assegno inferiore ai 780 euro mensili o ai 1170 euro se si tratta di una coppia. E’ una misura contenuta dentro il reddito di cittadinanza e le coperture ci sono, le presenteremo domenica a Pescara insieme a tutte le altre. E’ una misura realizzabile, con buona pace di quelli del PD che continueranno a dire che non si può fare.