Lavoro, prevedere per programmare

di Claudio Cominardi e Tiziana Ciprini

L’innovazione tecnologica sta rivoluzionando le nostre vite, basti pensare all’impatto che essa sta avendo nel mondo del lavoro, aprendo la strada sia a rischi che a opportunità per quanto riguarda i posti di lavoro. Automazione, intelligenza artificiale, nanotecnologie, domotica, «Internet delle cose» e robotica sono già una realtà, mentre la loro applicazione migliora negli anni in maniera esponenziale.

– Secondo il World Economic Forum, da qui al 2020 saranno 5 milioni i posti di lavoro che si perderanno nelle 15 più grandi economie del mondo.

– Il capo economista della Banca d’Inghilterra, Andy Haldane, ha parlato di 15 milioni di posti di lavoro in meno nella sola Inghilterra e 80 milioni negli States nei prossimi anni.

– Uno studio della Oxford Martin School Universtity ritiene invece che tra i prossimi 10-20 anni in Europa scompariranno il 50% delle professioni.

La società industriale, centrata sulla produzione di beni materiali si sta esaurendo – anche a causa di una serie di fattori come il progresso tecnologico, la globalizzazione, la diffusione dei media e la scolarizzazione di massa – e sta lasciando il posto a un’era postindustriale centrata sulla produzione di beni immateriali come i servizi, le informazioni, i simboli, i valori e l’estetica.

L’intero passaggio epocale dalla società industriale alla società postindustriale non si è ancora compiuto e la gran parte dei policy makers continua a trattare la nuova realtà in cambiamento secondo le regole e i criteri del vecchio modello industriale e non si interroga sugli scenari in cambiamento.

Ma per programmare il futuro occorre prima prevederlo. Per questo il MoVimento 5 Stelle ha commissionato una ricerca previsionale su come evolverà il lavoro nel prossimo decennio avvalendosi del contributo di alcuni dei maggiori esperti in tema di lavoro.

Lo studio verrà per la prima volta divulgato pubblicamente durante il convegno del 18 e 19 gennaio presso l’Aula Magna della Camera dei Deputati.

Tenetevi liberi e partecipate numerosi!

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Ps: A proposito di balle quotidiane di giornali e tg: non c’è alcun nuovo minidirettorio a Roma. Il “Gruppo di supporto ai comuni” esiste già dal novembre del 2014.
Riccardo Fraccaro e Alfonso Bonafede, che si occupano rispettivamente dell’area Nord e del Centro Italia, a partire dal 19 dicembre, stanno dando supporto al comune di Roma in seguito a quanto accaduto prima. Così come da due anni a questa parte fanno con tutti i comuni governati dal MoVimento 5 Stelle.