Lo scempio dei test d’ingresso di medicina

di Francesco D’Uva

Anche quest’anno si ripete lo scempio dei test d’ingresso di medicina. Anche quest’anno la gran parte delle candidature non sarà ammessa perché si risponde al criterio della disponibilità degli atenei e non al fabbisogno nazionale, che dovrebbe essere il vero parametro di riferimento. Nel frattempo però il business dei corsi di preparazione prolifera e ci troveremo nuovamente alle prese con numerosi ricorsi. Insomma, ancora una volta al diritto allo studio viene sbattuta la porta in faccia e il ministro Giannini, a oltre due anni dal suo insediamento, non ha ancora mosso un dito.

Avevo presentato una Proposta di Legge con l’obiettivo di regolarizzare l’accesso ai corsi di medicina e alle specializzazioni prevedendo che i test avvenissero solo al termine del primo anno di studi universitari.

Proposta che è stata puntualmente ignorata. E così la storia si ripete, anche quest’anno.