Internet libero ha vinto

di Marco Zullo e Dario Tamburrano, Movimento 5 Stelle Europa

La neutralità della rete ha vinto. Tutti i siti web verranno trattati allo stesso modo. Non ci sarà traffico su internet di serie A e di serie B con velocità diverse a prescindere dalla sua origine e destinazione. Nonostante gli attacchi a questo sacrosanto principio di uguaglianza delle fonti e degli utenti messo in atto dagli Stati membri e dalla maggioranza del Parlamento europeo, più preoccupati a garantire profitti ai grandi service provider che a garantire un Web libero e aperto a misura di cittadino, il BEREC (Body of European Regulators of Electronic Communications) ha pubblicato le sue linee guida sulla neutralità della rete, mettendola al sicuro da chi la voleva privatizzare.

Il Movimento 5 Stelle lotta al Parlamento europeo per #InternetLibero.

di Marco Zullo

Le linee guida pubblicate martedì dal Berec rappresentano una decisa inversione di tendenza rispetto alla posizione degli Stati dell’Ue, sono un grande successo di partecipazione della rete. Con l’attivismo e la partecipazione, le cose possono cambiare davvero. Ora dobbiamo rimanere vigili affinché gli operatori di telecomunicazioni non violino i nuovi principi.

CHE COSA È LA NEUTRALITÀ DELLA RETE?

La neutralità della rete garantisce la libertà di tutti ad accedere e distribuire le informazioni. Questo principio fondante garantisce l’apertura, l’innovatività, la concorrenza e la diversità di Internet. I fornitori di accesso a Internet (Internet provider) trasportano i dati senza discriminarli per origine, destinazione o tipologia. Ciò significa che la neutralità della rete vieta agli operatori delle telecomunicazioni di bloccare o degradare contenuti, applicazioni o servizi.

COSA ACCADE SENZA LA NEUTRALITÀ DELLA RETE?

1) L’utente pagherebbe di più per navigare e l’internet provider diventerebbe un guardiano frapposto tra lui e i servizi e le applicazioni online che si vogliono utilizzare.
2) I nuovi siti web e le invenzioni non sarebbero veloci ed accessibili come i grossi siti dominanti americani (USA) e potrebbero addirittura non sopravvivere abbastanza a lungo.
3) L’economia e le start-up ne soffrirebbero: con la neutralità della rete tutti possono inventare nuovi servizi senza chiedere il permesso e avvalendosi di un’infrastruttura neutrale globale fin dal primo giorno.
4) Internet sarebbe più lenta: vari studi hanno dimostrato che se i fornitori di servizi Internet potessero vendere un vantaggio competitivo a pochi siti web, questi avrebbero convenienza a rendere più lento il resto di Internet per tutti gli altri.
5) Diverse associazioni di giornalisti hanno hanno espresso forti critiche: la violazione della net neutrality spesso è associata alle violazioni della libera espressione online e del pluralismo dei media”.

di Dario Tamburrano

La neutralità della rete ha vinto. Il merito non va alle forze politiche maggioritarie nell’UE che anzi hanno cercato di assassinarla: il Consiglio europeo e la maggioranza del Parlamento Europeo, nell’autunno 2015, hanno concesso infatti un’amplissima serie di scappatoie all’applicazione del principio secondo il quale tutto il traffico su internet deve essere trattato in modo uguale, senza rallentarlo né accelerarlo, a prescindere dalla sua origine e dalla sua destinazione.

Se la neutralità della rete ha vinto, il merito va al BEREC (Body of European Regulators of Electronic Communications): lo scorso 30 agosto, attraverso le sue linee guida sulla neutralità della rete, ha cucito le toppe sulle scappatoie create dai politici.

I POLITICI VOLEVANO REGALARE IL WEB ALLE LOBBY

La normativa varata da Parlamento Europeo e Consiglio UE contempla infatti:

corsie preferenziali per il collegamento veloce, così da favorire i grandi marchi commerciali che avrebbero trovato più conveniente pagare gli operatori delle telecomunicazioni per far arrivare gli utenti direttamente dentro i loro siti.
lo “zero rating“, cioè non conteggiare nella bolletta dell’utente il collegamento a determinate applicazioni o a determinati siti.
la possibilità per i provider di definire “classi di servizi” decidendo se rallentare il traffico con la scusa di una non meglio definita “minaccia di congestione“.

LE LINEE GUIDA DI BEREC PREVEDONO:

le corsie preferenziali veloci possono essere offerte solo per servizi molto di nicchia, come IPTV, uso della tecnologia per chiamate vocali di alta qualità, chirurgia a distanza.
lo zero rating è permesso solo se l’utente ha contemporaneamente la possibilità di navigare normalmente su tutto il resto di internet e in ogni caso va attentamente sorvegliato dalle autorità nazionali.
è consentito gestire e rallentare il traffico su internet esclusivamente dopo un ordine delle autorità competenti per garantire l’integrità e la sicurezza della rete: ma in ogni caso tutto il traffico deve subire un uguale rallentamento.
Queste linee guida sono una vittoria per i cittadini e per i “diritti digitali“: la creazione di corsie preferenziali per il traffico renderebbe la vita più difficile a piccole imprese, artisti, attivisti, educatori e in questo senso la neutralità della rete conduce verso il concetto di internet bene comune.

Queste linee guida sono anche una vittoria per l’innovazione: continuerà ad essere possibile collegarsi con la stessa rapidità e facilità sia a un sito già famoso e a uno appena nato. Del resto, senza la neutralità della rete, il web avrebbe probabilmente soffocato Youtube e Facebook nel momento stesso in cui emettevano i primi vagiti.