Sprechi alimentari: una legge non basta

di Daniela Donno, MoVimento 5 Stelle Senato

Un terzo del cibo prodotto annualmente in Italia viene gettato nella spazzatura. Si tratta di 1,3 miliardi di tonnellate di alimenti, quattro volte la quantità necessaria per nutrire gli affamati del pianeta, stimati in 868 milioni di persone. Allo stesso tempo in 33 Paesi, di cui 26 in Africa, vige una perenne insicurezza alimentare per via di siccità, alluvioni, conflitti civili. Il consumo alimentare va ripensato in un’ottica multidisciplinare perché il cibo non è solo vita, è anche ambiente, salute e tutela dei diritti umani.

La legge sullo spreco alimentare approvata in Senato prova ad equilibrare le eccedenze di cibo, a favorire le aziende che destinano le confezioni in favore dei bisognosi e a promuovere una educazione alimentare. Ma le leggi da sole non bastano. Occorre sensibilizzare l’opinione pubblica, le imprese, le Istituzioni e la scuola sul problema degli sprechi e sulla necessità e l’urgenza di ridurli, di eliminarli.

Il Movimento 5 stelle ha votato a favore di questa legge ma con degli imprescindibili moniti: la grande distribuzione, le multinazionali, i colossi del cibo-spazzatura non possono continuare a girare la testa dall’altra parte. È inconcepibile pensare che gli abusi perpetrati nell’agricoltura, nell’allevamento, nella pesca non abbiano conseguenze. Sosteniamo una cultura alimentare alternativa, buona per la salute, amica dell’ecosistema:

il Movimento ha proposto, partendo proprio dall’ambiente, che nel contesto del programma nazionale di prevenzione dei rifiuti si esaurisca lo smaltimento in discarica dei rifiuti biodegradabili. Sulla chiarezza delle etichette prosegue la battaglia perché siano obbligatorie, anche per i prodotti che costituiscono eccedenze alimentari. Una serie di agevolazioni per le aziende che destinano gratuitamente le eccedenze ai bisognosi, così come una serie di controlli e obblighi di trasparenza sono ritenute imprescindibili chiudono il cerchio anti sprechi.

I Comuni, inoltre, proprio per favorire la filiera locale del riuso e per agevolare le donazioni, devono individuare idonei centri di raccolta per il deposito temporaneo dei beni alimentari che, in ogni caso, devono essere tracciati nel rispetto dei principi della rotazione, della trasparenza e dell’evidenza pubblica. Occorrono, poi, percorsi educativi e formativi nelle scuole e a tal proposito il Movimento 5 stelle ha ottenuto per i più giovani che si valuti l’introduzione di incentivi e meccanismi premianti per le istituzioni scolastiche che raggiungono buoni risultati in termini di riduzione dello spreco alimentare e recupero delle eccedenze alimentari delle loro mense.

Infine, il fondo nazionale per progetti innovativi, finalizzati alla limitazione degli sprechi e all’impiego delle eccedenze, deve avere dei destinatari virtuosi: vale a dire, chi fa del ri-utilizzo la propria eccellenza, specie per l’asporto di avanzi di cibo. Chi promuove diete alimentari con prevalenza di prodotti di origine vegetale, anche in considerazione degli impatti poco ecologici connessi al consumo di carne.
Perché l’uomo è, in fondo, ciò che mangia, ma anche ciò che dona agli altri.