Renzi e De Luca, tarantella e legalità. Non guardarmi, non ti sento.

di MoVimento 5 Stelle

La sanità, la salute, in Campania sono un cosa seria. Soprattutto in terre di discariche, sversamenti, camorra, connivenze, aree contaminate. Ammalati. Nel frattempo in Campania la sanità è commissariata perché in deficit. Cosa significa? Tagli ai servizi e blocco del personale sanitario da anni (come nel resto del Paese).

In una realtà che versa in queste condizioni, il presidente della Regione, il piddino Vincenzo del Luca, si fa fare dai partiti che lo sostengono una legge con la quale si può eleggere a piacimento i dirigenti delle Aziende sanitarie locali. In buona sostanza, chi gestisce la sanità sul territorio. Mica poca cosa, soprattutto in Campania.

Via meritocrazia e trasparenza e scavalcamento di quei confini che in democrazia non dovrebbero mai essere superatiUn colpo basso inaccettabile che abbiamo contrastato in Parlamento e in Consiglio Regionale chiedendo conto in tutti i modi, dal primo momento e fino alla fine, di questa “posizione di dominanza” che diventa uso di quella posizione a fini di parte. Calcolate voi la distanza che ci separa dall’abuso.

Mentre in Campania le cose vanno così, da Roma non arriva una parola, né dal presidente del Consiglio né dal suo segretario di partito. Cioè Renzi. Al ministero della Salute, invece, gli riusciamo a estrarre con le pinze l’ammissione che in quella legge di De Luca si potrebbero riscontrare irregolarità.

Passano due mesi e il governo dà via libera definitivo al provvedimento che contiene anche le nuove norme per la nomina dei direttori delle Asl. E, pur non essendo il massimo (la politica lo zampino nelle nomine continua a mettercelo) la nuova legge nazionale introduce maggiori elementi di trasparenza e collegialità. Quello che nella legge campana manca.

Palazzo Chigi però potrebbe ribaltare la situazione, impugnando la legge di De Luca, ma continua a rimanere in silenzio mentre noi lo incalziamo: Renzi deve di dire ai cittadini campani cosa intende fare. La risposta ce la fa dare dal ministero della Salute: De Luca adeguerà la sua legge quella nazionale. Peccato che nel frattempo le nomine le abbia già fatte. Troppo tardi.

Possono fare tutti i rimpalli e le furberie che vogliono, ma non ci schiodano dal punto. Il governo e De Luca hanno una sola via d’uscita accettabile: azzerare le nomine fatte nelle Asl e ripartire con le regole fissate dalla legge nazionale