MPS, Viola e Profumo indagati. Le responsabilità di Renzi

di Carlo Sibilia

Viola e Profumo indagati perché MPS ha contabilizzato miliardi di derivati come titoli di Stato. Ci sarebbe da chiedersi quale sia la “notizia”, posto che era un fatto noto a tutti (Consob, Banca d’Italia, Governo, MEF) che MPS avesse sistematicamente falsificato bilanci e prospetti fino al 2015.

La vera “notizia” è un’altra: Renzi, come i suoi predecessori Monti e Letta, ha coperto Profumo e Viola. Il governo Renzi si è opposto all’azione di responsabilità – chiesta per le esatte ragioni per cui sono oggi indagati – appena qualche mese fa, durante l’assemblea degli azionisti dell’aprile 2016.

MPS è risultata la peggiore banca europea agli stress test dell’EBA e questo governo – che è anche il principale azionista con il 4.5 per cento – ha intenzione di continuare a sostenere un amministratore delegato che dopo aver bruciato otto miliardi in due aumenti di capitale e fatto registrare perdite per oltre dieci miliardi – è oggi pure indagato?

Viola sta a Renzi come MPS al Governo: sono falliti entrambi!

Stiamo solo aspettando di capire cosa debba accadere più a quella che è stata una delle prime banche al mondo, se non la prima, per vedere rimossi dal management gli artefici del disastro. Fondata nel 1472, 20 anni prima della scoperta dell’America, ha resistito indenne a carestie, pestilenze, guerre mondiali, ma non al PD nazionale. Il PD di Renzi che nel gennaio 2016 invitava dagli schermi della TV di stato ad acquistare azioni di una banca ormai fallita spacciandola per sana. Chissà che l’indagine non arrivi fino alle porte di casa del presidente del Consiglio.

Immaginate un Hollande che suggerisce di acquistare azioni di BNP Paribas o la Merkel che suggerisce di acquistarne della Deutsche Bank. Praticamente impossibile. Non arriverebbero a tanto così impunemente. Nei paesi normali non è consentito ai presidenti del consiglio fare anche i promotori finanziari a perdere senza poi essere costretti alle dimissioni. Nell’aprile 2015 il Movimento 5 Stelle intervenne in assemblea presentando 11 documenti che attestavano i fatti truffaldini per i quali oggi il Management di MPS risulta indagato.

Dicemmo che tutti (Consob, Banca d’Italia, Governo, MEF) avevano capito che la banca era ormai fallita e che loro (Profumo e Viola) continuavano a chiedere miliardi di euro (altri 8 per essere precisi) agli azionisti. Profumo ci interruppe dicendo che questo lo avevamo capito “solo noi”, come a volerci zittire inducendo la platea a pensare che fossero tutte nostre invenzioni. Di sicuro, se c’è una notizia, è che evidentemente le denunce fatte all’epoca dal Movimento 5 Stelle avevano basi ben fondate.

Profumo ha lasciato la banca alcuni mesi fa, ora ci aspettiamo che la stessa scelta venga operata dal collega Viola, tutt’ora artefice dei fantasmagorici piani di risanamento di una banca come MpS che ha solo una speranza per salvarsi: essere nazionalizzata.