Nessun privilegio, vogliamo la verità

Questo non è un Paese normale. A maggio scorso un portavoce M5S membro della commissione parlamentare Antimafia, Mario Giarrusso, denunciò ad alta voce che una candidata del Pd, in piena campagna elettorale, si era fatta vedere accanto a un pregiudicato di peso della storia criminale della Provincia di Enna. Il PD, invece di esigere chiarezza e spiegazioni dalla sua candidata, oggi nell’Aula del Senato ha votato affinchè Giarrusso risponda davanti ai giudici delle sue affermazioni: la vergogna è quella del PD, ma in un Parlamento che preferisce guardare al dito invece che alla luna, a pagare è colui che ha denunciato. Lo stesso partito che innumerevoli volte ha evitato a corrotti e ladri di fare i conti con la giustizia, appellandosi all’immunità, oggi ha cambiato idea e ha votato a favore della sindacabilità delle parole di Giarrusso. A noi va benissimo così, i privilegi della casta non li abbiamo mai voluti e tantomeno li vogliamo ora: la verità non fa mai paura. MoVimento 5 Stelle

discorso di Mario Giarrusso in Aula al Senato

Grazie Sig. Presidente,

innanzitutto volevo tranquillizzare tutti che non ci è stato nessun salvataggio. Come qualche poco di mente dotato, ieri ha osato affermare. Ero semplicemente, come altri colleghi, in missione e ho chiesto semplicemente di essere qua presente nella discussione che mi riguarda e che vi riguarda. Invece ieri, in maniera vergognosa in quest’aula è stato fatto di tutto per mettermi a tacere ancora una volta per impedire che io potessi partecipare a questa discussione. Perché questo avete fatto con deliberata intenzione. Impedirmi di parlare perché voi che avete visto le carte e conoscete bene la questione avete ben presente di quali documenti e di quale carte io avrei parlato. Di quale vergogna infame vi siete macchiati. Perché di questo si tratta.
La vergogna di cui parliamo è commessa in campagna elettorale, da un candidato deputato del Pd che si è presentato ad un comizio affacciato ad un balcone con accanto un soggetto di peso della storia criminale della provincia di Enna. E’ questo che voi non volevate sentire. Questo signore che si chiama Giannitto ha una fedina penale lunga una pagina e mezzo come rileva dagli atti. Pluripregiudicato. Leggiamo, sono agli atti del procedimento. Arrestato per porto abusivo di armi da fuoco e condannato. Arrestato per traffico illecito di spaccio di sostanze stupefacenti, arrestato insieme a uno dei 30 più pericolosi criminali mafiosi, il latitante Di Fazio condannato all’ergastolo per l’omicidio di un servitore dello Stato. Questa è la gente che vi portate in giro nei comizi, sul palco del vostro comitato elettorale. Giannitto, proposta per la sorveglianza speciale, condannato per favoreggiamento del suddetto mafioso, ebbene Giannitto è nulla a confronto del resto della sua famiglia. E’ uno da poco. Perché si dà il caso che sia pure sposato questo signor Giannitto con una signora che si chiama Scaminaci. Ebbene noi abbiamo un Antonio Scaminaci arrestato in provincia di Enna, pluripregiudicato, arrestato nella operazione antimafia Green line, condannato a 9 anni e 8 mesi in via definitiva per 416 bis, associazione a delinquere di stampo mafioso. Abbiamo poi anche Giovanni Scaminaci, altro soggetto. Arrestato per la medesima operazione, condannato in via definitiva a 6 anni per 416 bis, ma non sono finiti gli Scaminaci. C’è anche Massimiliano Scaminaci. Considerato dalle forze dell’ordine e dalla magistratura a capo della provincia di Enna di una associazione dedica a che cosa? Al traffico di droga. Condannato a 10 anni. Altri due, arrestati da poco, Antonio e Giuseppe Scaminaci. Siamo a 5 membri della famiglia Scaminaci che sono parenti della moglie di Giannitto che fanno dentro e fuori dalla galera e dalle aule del tribunale per reati gravi. E che cosa fa la vostra candidata per aver io detto che è intollerabile esibire soggetti contigui alla criminalità organizzata? Denuncia me per questo fatto. Questa è una offesa al nostro Paese di cui dovete rispondere nelle aule dei tribunali perché in un paese normale il vostro candidato sindaco sarebbe a rispondere delle sue frequentazioni. Ma questo non è un paese normale è un paese in cui si viene qua e si dice che un parlamentare, membro della Commissione antimafia, presidente nel comitato sulle infiltrazioni negli enti locali che voi ben conoscete perché le mie interrogazioni ed i miei interventi sono tutti in unica direzione. Si dice l’interrogazione sui fatti di Enna è avvenuta troppo tardi. E certo solo per trovare tutto questo materiale su tutte queste persone ci vuole una indagine della DIA, non di un semplice parlamentare. E invece è strumentale come se io avesse offeso qualcuno e fatto l’interrogazione solo per coprirmi. No. Noi non ci vogliamo coprire. Noi , gli Istituti che voi avete ridotto a schifo perché questo provano le persone degli Istituti previsti dalla nostra Costituzione, ormai. Fuori da queste aule voi avete macchiato la nostra Costituzione con l’abuso che avete fatto degli Istituti a tutela delle prerogative parlamentari. Ormai sono visti come un abuso e noi di questo abuso non ce ne vogliamo fare nulla. Io inviterò i miei colleghi a votare contro la insindacabilità perché voi nei tribunali sarete condannati, non io. Voi sarete condannati per questo e per gli altri fatti. Vi dovete vergognare. Io non provo alcuna vergogna delle accuse che mi sono mosse da gente che va in giro con queste persone e fanno loro la campagna elettorale abusando dell’immunità perché la vostra candidata, deputata, avvocato penalista, sa bene che andare in giro con un pluripregiudicato non comporta nessun rischio perché non può essere intercettata, ma noi siamo pazienti e sappiamo che la magistratura arriverà. Arriverà anche a Agira, arriverà anche qua, arriverà anche a voi. Intanto noi saremmo giudicati dai cittadini come voi. Grazie.