I servizi essenziali a rischio

di MoVimento 5 Stelle Camera

Il ricatto del governo ai Comuni è giunto a un livello intollerabile. I servizi essenziali sono a rischio. Immaginate scuole o asili senza riscaldamenti, assistenza agli anziani che si riducono ulteriormente, trasporto pubblico locale in tilt. Il decreto Enti locali che si vota oggi alla Camera con l’ennesima fiducia, partito con la scusa di sistemare alcune emergenze, è pieno di regali, mancette e marchette. Un decreto che conferma la logica del pareggio di bilancio che tanto ha gravato sugli enti locali negli ultimi anni.

Sono previste sanzioni per quei sindaci che puntano a chiudere anticipatamente i loro mutui. Viene punito chi, virtuosamente, restituisce i soldi al prestatore (per esempio le banche o la Cdp). Il testo contempla un fondo di ristoro parziale, ma solo per quest’anno. Il Patto di stabilità e il pareggio di bilancio comprimono la possibilità dei Comuni di erogare servizi ai cittadini. Non sono passate le nostre proposte per consentire ai primi cittadini di rinegoziare i prestiti, abbassando i tassi di interesse pagati a banche e finanziatori.
E’ uno scandalo se si considera che i comuni hanno pagato più di tutti il consolidamento dei conti degli governi. Addirittura 17 miliardi di euro tra il 2010 e il 2015, nonostante le città incidano appena il 2,5% sul totale del debito e appena il 7,6% dell’intera spesa pubblica.

Governo e maggioranza hanno già dimenticato la tragedia ferroviaria di Puglia. Ben 75 milioni di euro che erano vincolati e finalizzati alla spesa per la sicurezza del trasporto su ferro sono stati svincolati dal decreto per altri usi in seno al settore. Uno schiaffo alle vittime di Andria e Corato.
E che dire di Equitalia? A chiacchiere, il Bomba dice sempre di volerla abolire, ma poi si va avanti di rinvio in rinvio (siamo al nono) per una querelle che ormai prosegue dal 2012. Parliamo della possibilità per gli enti locali di avvalersi della Spa della riscossione. Il MoVimento 5 Stelle ha una pdl pronta per la cancellazione del carrozzone Equitalia. E molti dei nostri sindaci l’hanno già sostituita nelle loro città. Nessuno dovrebbe fare profitto sulla riscossione.

Il decreto cristallizza poi un accordo truffa tra il governo nazionale e quello regionale per cui la Sicilia accetta un contributo annuo di 500 milioni a fronte di una rinuncia di svariati miliardi di tasse prodotte sul territorio isolano e che alla regione sarebbero dovuti restare (si parla di oltre 4 mld di euro di sola Irpef e accise sui carburanti nel 2014). Un accordo che, tra l’altro, calpesta lo statuto regionale perché quest’ultimo non può essere modificato con legge ordinaria, equivalendo a norma di rango costituzionale.

Il dl Enti locali fa infine un favore evidente a un eminente sindaco del Pd: Enzo Bianco (possibile futuro presidente Anci). Il testo consente infatti ai Comuni che presentano un piano di riequilibrio di bilancio di inserire in esso, di aggiornarlo e di modificarlo in corsa anche con i debiti fuori bilancio o i disavanzi risultanti dal rendiconto approvato. Ciò alla faccia della Corte dei conti che non consentirebbe interventi su previsioni errate.

Il Partito democratico, insomma, ricatta i sindaci ed elargisce marchette a qualcuno tra loro più compiacente. Ma questo atteggiamento i cittadini lo pagano sulla loro pelle. Il M5S, invece, difende i Comuni senza distinzioni di colore politico. Il Paese ha bisogno di un governo a Cinquestelle.