Erdogan, il sultano d’Europa

di MoVimento 5 Stelle Europa

Se stringi patti con il Sultano diventi tu stesso il Sultano.
Il 18 marzo 2016 l’Unione europea e la Turchia raggiungono un accordo sui migranti. Pur di allontanare dalla rotta balcanica che porta direttamente in Germania i profughi siriani, Angela Merkel ha accompagnato l’Europa sull’orlo del baratro. Per ragioni di politica interna, la Merkel ha calpestato i valori europei spingendo i leader dei 28 Stati membri (Renzi compreso) a firmare un accordo che oggi, alla luce del golpe e delle purghe turche, va riconsiderato. Siglando quel Patto col Diavolo, l’Europa ha calpestato i suoi valori fondanti: la pace, il rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dello Stato di diritto e dei diritti umani, compresi quelli delle minoranze.

Quel patto è sbagliato nel metodo e nel merito. Renzi non doveva firmarlo. Il Movimento 5 Stelle si è sempre opposto, denunciando con forza:

DIRITTI CALPESTATI. L’assalto continuo alla libertà di stampa, le sedi del partito HDP incendiate, le repressioni delle manifestazioni libere, gli arresti e le torture di esponenti politici, il continuo blocco di Twitter e l’ombra dei Servizi segreti dietro gli attentati di Ankara per destabilizzare il Paese.

AFFARI ISIS-ERDOGAN. Ci sono prove di una collaborazione militare fra Turchia e Isis: un video del Daily Mail mostra i combattenti dell’Isis scambiarsi saluti cordiali coi soldati turchi, ci sono forti sospetti che il commercio in nero del petrolio passi dalla Turchia, la stampa internazionale mostra documenti che dimostrano come Bilal Erdogan, figlio di Recep Erdogan, sia il grande regista di questa alleanza e nessuna prova di smentita è mai arrivata.

POGROM CONTRO I CURDI. I bombardamenti di villaggi curdi vengono spacciati per azioni contro l’Isis. Ci sono forti sospetti che Erdogan sia morbido con l’Isis per indebolire i curdi siriani e in funzione anti-Assad.

BOICOTTAGGIO DELLE IMPRESE ITALIANE. La Turchia ha più volte violato l’accordo doganale con l’Unione europea. Lo dimostrano il blocco alle frontiere di tir e merci europee, l’aumento ingiustificato di dazi doganali, la chiusura alle imprese italiane, la politica protezionistica praticata dal governo.

Merkel, Renzi e Juncker hanno teso la mano a Erdogan foraggiandolo con miliardi di euro. Le cifre sono impressionanti: 4,8 miliardi di euro nella programmazione 2007-2013, 1,3 miliardi già stanziati per il biennio 2014-2015, 3 miliardi (più altri eventuali 3) figli dell’accordo sui migranti. Negli ultimi 10 anni i contribuenti europei hanno finanziato il governo turco con oltre 9 miliardi di euro. A quale scopo? Anziché portare la Turchia sulla strada dei valori della pace, della democrazia e del rispetto dei diritti umani, la si accompagna verso il Sultanato e il ritorno della pena di morte. Sono migliaia le persone arrestate e il potere giudiziario è sotto attacco con 755 giudici arrestati (due della Corte Costituzionale) e 2.745 destituiti. Questo è inaccettabile. I cittadini turchi e quelli europei non meritano tutto questo.

La nostra strada è sempre e solo quella della democrazia. Noi denunciamo la scorciatoia militare del colpo di Stato tanto quanto quella delle ritorsioni del Sultano!

Il Movimento 5 Stelle chiede:

revoca dell’accordo di pre-adesione con la Turchia firmato nel 2005 e che finora ha portato nella casse del governo turno ben 5,1 miliardi di euro. I fondi dell’Unione europea devono sostenere il rafforzamento della democrazia, la promozione dello stato di diritto, della crescita e della competitività.

no al ricatto turco: soldi in cambio di vite umane. È costato ai contribuenti italiani una prima tranche di 225 milioni di euro, all’Europa intera ben 3 miliardi e ha spostato il flusso dei migranti dalla rotta balcanica a quella mediterranea. Gli sbarchi e i morti in mare sono tornati a crescere.

rimozione della Turchia dalla lista dei Paesi sicuri, considerato che in Autunno, verrà votato in plenaria un rapporto sul tema della Commissione Libertà Civili del Parlamento europeo.

no alla liberalizzazione dei visti dei cittadini turchi nell’Unione europea, il cui testo è al vaglio del Parlamento europeo. È evidente a tutti che la Turchia non rispetta i requisiti necessari perché si possa effettivamente instaurare un regime senza visti.

applicazione rigorosa della Posizione Comune firmata da tutti gli Stati europei nel 2008 che prevede il divieto di vendita di armi e finanziamenti per Paesi – come Arabia Saudita, Qatar e Paesi del Golfo – che alimentano guerre civili o sostengono anche indirettamente il terrorismo.

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