Passaparola: L’alimentazione sostenibile – di Colin Campbell

Colin Campbell è uno scienziato statunitense, professore emerito di Nutrizione e Biochimica alla Cornell University, uno studioso che possiamo definire come il più accreditato nutrizionista al mondo. Campbell deve la sua notorietà alla famosa ricerca “The China Study” in cui comparò scientificamente l’alimentazione occidentale con quella cinese scoprendo interessanti relazioni tra i due diversi stili di vita.

China Study non è solo una teoria, bensì una ricerca approfondita, quali sono i risultati di questo studio?

“Il China Study si basa in parte su ricerche di laboratorio e in parte sul lavoro svolto in Cina. Abbiamo appreso che una dieta a base di frutta, verdura, cereali, legumi, una dieta a base di alimenti integrali e vegetali ha l’incredibile capacità non solo di prevenire malattie gravi, ma anche di curarle”.

Lei ha sostenuto che la genetica non rappresenti il fattore preponderante nella genesi delle malattie. Che cosa significa?

“Tutti gli eventi biologici, quelli che causano malattie, quelli che impattano sulla salute, hanno una sorta di base genetica, ma il fatto che si verifichino o meno dipende dall’alimentazione che controlla quei geni. Una buona alimentazione, una dieta a base vegetale, supporta i geni buoni e sopprime i geni cattivi, pertanto tutto dipende dall’alimentazione e non dai geni. Anche se si parte dai geni”.

Lei ha sostenuto che i dottori non siano in grado di curare le malattie e che non sappiano nemmeno cosa suggerire alle persone per rimanere in salute. Quindi cosa ne è di tutte le pillole e compresse che assumiamo?

“Secondo il modo tradizionale di trattare una malattia, quando il paziente si reca dal dottore, si aspetta di ricevere una pillola. Queste pillole sono prodotti chimici singoli utilizzati per attaccare un aspetto molto specifico di quella malattia. A volte funzionano nel breve periodo, ma i dottori non si rendono conto che, nella maggior parte dei casi, non c’è bisogno di quelle pillole. L’unica cosa che devono fare è dire alle persone “cambia la tua dieta!” nel modo giusto, e sorprendentemente molte di queste malattie spariranno”.

Dato che in questo campo vi sono molti interessi, Lei pensa che le grandi industrie farmaceutiche finanzino ricerche scientifiche per dimostrare che i loro prodotti non siano dannosi?

“Nell’industria farmaceutica si produce un farmaco per vedere se ottiene l’effetto desiderato. Successivamente lo si testa per vedere se vi sono effetti indesiderati. Questi test durano di solito troppo poco, in quanto i cosiddetti effetti collaterali che si presentano potrebbero manifestarsi anche dopo un lungo periodo di tempo. Quindi i test effettuati non sono adeguati, e a mio avviso le medicine non dovrebbero proprio essere utilizzate perché sicuramente causeranno problemi o effetti collaterali. Se sappiamo che una dieta può avere la stessa funzione e dare risultati migliori senza effetti collaterali, perché dovremmo assumere medicine? Ovviamente non svolgiamo un buon lavoro nel testarle ma questo è secondario. L’aspetto primario è: perché dovremmo fare affidamento sulle medicine?”

In quale modo le lobby influenzano il mondo dell’alimentazione?

“Ho lavorato in quel mondo per parecchio tempo, a Washington e in altri posti. Ero nei panel di esperti che decidono quali informazioni fornire e altre politiche e purtroppo le industrie spesso esercitano pressioni su questi panel. Non era poi così male in passato, ma ora l’industria ha trovato un modo per assicurarsi che il presidente del panel sia scelto tra le persone vicine all’industria e poi si sceglie il resto del gruppo, pertanto l’influenza dell’industria può essere davvero sostanziale, molto forte. Inoltre, le persone che fanno parte di questi panel potrebbero ricevere denaro dall’industria per svolgere ricerche, o potrebbero guadagnare denaro privato. Lo fanno ma il pubblico sembra non accorgersene, e questo sicuramente influenza ogni persona. Se vengo finanziato dall’industria casearia, con grandi quantità di denaro, e sono seduto al tavolo, magari l’industria casearia non mi sta pagando direttamente, ma le mie ricerche vanno avanti, quindi se dico qualcosa contro l’industria casearia mentre sono seduto a quel tavolo le posso garantire che mi saranno sottratti tutti i fondi. Il pubblico sembra non accorgersene quindi l’industria ha la capacità di controllarci. Si deve subito decidere nella propria mente “Non ho intenzione di farlo”, e non “Devo provare a non farlo”, ma solamente “Non farlo!”, senza alcuna eccezione”.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità sta perdendo credibilità nel suo campo?

“No, non voglio spingermi a dire questo, penso che l’Organizzazione mondiale della sanità abbia al suo interno parecchie brave persone, con buoni intenti, certamente, e sono sicuro che abbiano aiutato in molti casi e non vorrei un mondo senza un’Organizzazione mondiale della sanità. Penso che l’Organizzazione mondiale della sanità vada sostenuta, non ci sono dubbi al riguardo. Ogni caso è diverso ma l’Organizzazione mondiale della sanità è molto simile alle altre agenzie governative, nazionali o internazionali, perché vuole essere prudente, perché altrimenti se la dovrebbe vedere con le industrie. Dobbiamo quindi considerare caso per caso ma l’agenzia deve essere sostenuta, magari anche di più di quanto non si faccia ora”.

Il tipo di alimentazione che Lei suggerisce è una dieta a base vegetale, in cosa consiste?

“In cosa consiste? Verdure, frutta, cereali, tutti i cereali ovviamente, legumi, frutta, magari alcune noci, vi è una vasta scelta di alimenti integrali. Ecco di cosa si tratta, di alimenti integrali. Se prendiamo gli zuccheri dalle piante, se prendiamo i carboidrati raffinati come l’amido dalle piante, se prendiamo l’olio, mescoliamo tutto, il risultato non è dei migliori, non è cibo integrale. Prendiamo le parti peggiori, e le parti migliori le lasciamo ai maiali. Dovremmo quindi mangiare l’alimento integrale perché questo genere di alimento ci fa bene”.

Molti ricercatori dichiarano che il suo libro non è altro che una serie di speculazioni senza alcuna base, dicono che vi sono troppe correlazioni e che in questo modo tutto può essere dimostrato come vero, come risponde a queste critiche?

“Rispondo a questa domanda nel libro, la versione estesa del China Book, non il libro “The China Study”, parlo di quello grande, circa 900 pagine con tutti i dati, probabilmente non l’avete visto. Abbiamo risposto in quel libro, abbiamo detto che non si possono usare le correlazioni per dedurre cause, per esempio. Secondo le critiche, “non si possono usare correlazioni per dedurre le cause” e io rispondo “quando l’ho fatto?”. Io rispondo, “leggete il libro”, ma continuano a dirlo, si rifiutano di ascoltare, ignorano e basta perché non amano quello che dico e quindi inventano storie.

Non sono onesti quindi è molto difficile rispondere alla domanda perché questo è quello che fanno, quindi se io dico loro “ok, tu mi dici che non ho detto questo, gira la pagina e leggilo, ok?”.

Ho una slide che ho estratto dal libro e presto andrò a tenere una conferenza al riguardo a Los Angeles, perché qualcuno vuole che io ne parli. Mostrerò quello che dicono loro e poi mostrerò le slide “ecco cosa c’è realmente scritto”, andate a verificare. Sono molto arrabbiati, alcune di queste persone sono molto arrabbiate e faranno qualsiasi cosa per dire di tutto, per provare a screditare ciò di cui parlo, perché parlo di affari importanti”.