Il Portogallo rifiuta il bail in!

In Europa esiste un altro Governo pronto a disobbedire alle dure regole imposte dalla Commissione Europea in tema bancario: quello portoghese. Questo è ciò che si evince da un articolo pubblicato su jornaldenegocios.pt secondo cui sarebbe pronta una manovra da 4 miliardi di Euro per evitare di fare la fine del Governo Renzi col bail-in.
Pier Carlo Padoan dovrebbe letteralmente infischiarsene delle assurde regole di Bruxelles e pensare al bene della collettività. Invece di non-negoziare la flessibilità e di votare ogni report pro-austerità di questa folle Unione, potrebbe lavorare per garantire all’Italia un credibile piano B di sopravvivenza, prima che il castello di carte crolli addosso ai cittadini come già accaduto.
Riportiamo la traduzione di quanto scrive il Jornal de Negocios:

Il Governo portoghese ricapitalizzerà la “Caixe General de Depósitos” per un importo che potrà arrivare fino a 4 miliardi di Euro. Secondo il settimanale Expresso, questo rinforzo era una condizione posta da António Domingues, che presto sostituirà José de Matos alla guida della banca pubblica.
Un valore così alto permetterà di avere una sorta di “tampone” per garantire i requisiti di capitale futuri da parte della vigilanza bancaria (1% del capitale, fino a 600 milioni di Euro). I fondi in arrivo consentiranno inoltre di cominciare a restituire il prestito di 900 milioni di Euro, realizzato attraverso la sottoscrizione di obbligazioni convertibili in capitale.
Il modello di rafforzamento patrimoniale della banca – che settimana scorsa ha mostrato perdite per 74,2 milioni di Euro (solo nel primo trimestre) – sarà integrato in questo piano strategico. Quest’ultimo servirà alla futura amministrazione che avrà il compito di negoziare a Bruxelles.
L’importo è stato accettato da António Costa ed è stato uno dei temi sul tavolo (privato) negoziato con il presidente della vigilanza BCE, ovvero Danièle Nouy. Non solo, anche con il presidente della Single Resolution Board (uno dei pilastri della cosiddetta Unione Bancaria, n.d.r.).
Il settimanale ha anche descritto la manovra come un “investimento con ritorno promesso” che si discosterebbe dal semplice aiuto di Stato. Quest’ultimo, quindi, non dovrebbe nemmeno passare sotto la lente d’ingrandimento della Commissione Europea.