Passaparola – Le nuove frontiere della stampa 3d: una rivoluzione epocale, di Jeroen Wijnen

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Il Passaparola di Jeroen Wijnen, vice-presidente di Ultimaker, azienda leader in Europa nel settore della stampa 3D che ci racconta il futuro del settore manifatturiero in Europa e nel mondo.

Blog: Quali sono le previsioni della stampa 3D per i prossimi 10 anni?
Jeroen Wijnen: Partiamo con questo grande clamore, cioè la realtà che tutti avranno la loro stampante 3D a casa. Non penso che questo succederà nei prossimi 5 anni. Perché la stampa 3D, come abbiamo discusso in questo meeting, non è come la stampa in 2D, dove tu puoi creare un file semplicemente al tuo computer, inviarlo alla stampante ed il gioco è fatto.
Non è questo il caso della stampa 3D. Ci sono aspetti aggiuntivi di cui devi avere cura, come i materiali e quello che vuoi costruire. E non penso che succederà nei prossimi 5 anni. Probabilmente ci arriveremo, ma non so se sarà nella forma attuale, non sono sicuro.
Penserei più a dei “coffee shops” nelle strade principali. Una volta potevi stampare il tuo lavoro (in 2D, n.d.r.) e poi andare a casa. Questi coffee shops sono spariti e ci muoveremo in una situazione sociale dove ci saranno negozi di stampa 3D, che si trasformeranno poi in persone normali che stamperanno cose a casa loro.
E qui il gioco si fa interessante, perché la stampa sembra semplice, non lo è il design. Tu puoi imparare a usare la macchina, ma ci sono tool per l’educazione che insegnano ai bambini cosa è necessario all’industria. Disegnare una parte è il vero problema, tu hai un’idea, devi metterla nel software per la digitalizzazione, e poi mandarla alla stampante.
Penso che la sfida più grande per i tempi a venire sarà la progettazione, il disegno, perché è un pezzo d’arte. La parte creativa.

Blog: La stampa 3D rimarrà un settore marginale per l’economia del futuro?
Jeroen Wijnen: No. So che sembra un termine esagerato, ma penso che sarà dirompente. Pensa a questo: essere capaci di stampare quello di cui hai bisogno, in qualsiasi posto, poterlo fare quando lo si vuole e quando ne si ha davvero bisogno, di quell’oggetto.
Non ci sono più costi logistici, non ci sarà più la distribuzione, non ci saranno più gli stock. Tutti questi soldi, in avanzo e gratuiti, potranno essere spesi sulla parte creativa dell’economia. Immagina cosa succederebbe alla Cina, visto che noi esternalizziamo verso loro la nostra produzione: tutta la loro capacità produttiva sarebbe trasferibile e disponibile all’Europa.
Pensa a cosa implicherebbe per il mercato del lavoro!
Io penso che la manifattura cambierà, sicuramente, perché ci sarà un’altra tecnologia. Creerà molto rumore e tante difficoltà, ma alla lunga quando noi avremo formato le persone in modo corretto, sapranno come gestire la cosa e come lavorarci. E ci potrà essere un futuro prosperoso.
Ora è usanza mandare navi in Cina che tornano cariche di prodotti ed enormi scatole o container. Presto tutto potrà essere fatto in Europa.

Blog: Questa tecnologia cambierà quindi il mondo?
Jeroen Wijnen: È quello che penso. Non nel prossimo anno, ci vorrà un po’ di tempo, perché la tecnologia non è ancora pronta. Ma il modo in cui cambierà il processo manifatturiero sarà dirompente.