Il debito di Torino con IREN: un piano di rientro per guardare al futuro

di Chiara Appendino, candidata sindaco M5S Torino

La Città di Torino ha un debito di 180 milioni di euro nei confronti di Iren per il quale è stato firmato nel 2012 un piano di rientro. Risulta però che i termini non siano stati rispettati, esponendo così la Città ad un forte rischio che questo piano di rientro sia annullato. Se ciò accadesse sarebbe problematico per il bilancio della Città, già gravato da circa 3 miliardi di euro di debiti, far fronte a questa esposizione commerciale. Addirittura la Consob si è mossa per capire cosa stia succedendo nell’interesse tanto degli azionisti di Iren quanto dei cittadini. Ieri il MoVimento 5 Stelle ha chiesto conto al sindaco Fassino delle decisioni non prese in questi anni, ma lui, piuttosto che rispondere ha preferito cianciare di investimenti, metropolitane e agenzie di rating.

Vi racconto brevemente i fatti che ci hanno portato a questo punto.

Iren S.p.A. è una società per azioni italiana, nel 2015 ha fatto più di 3 miliardi di ricavi, costituita nel 1907 con il nome di AEM Torino, operante quale multiservizi, in particolare nella produzione e distribuzione di energia elettrica, nei servizi di teleriscaldamento (di cui è il maggior operatore italiano) e in altri servizi di pubblica utilità. Iren prende l’attuale denominazione il 1º luglio 2010 con la fusione di Enìa in Iride, spostando la sede legale da Torino a Reggio Emilia.
I cittadini di Torino sono soci di Iren per il tramite della società Finanziaria Sviluppo Utilities Srl, società partecipata pariteticamente dal Comune di Genova e da FCT Holding S.r.l. (società con unico socio Comune di Torino). Tra gli altri soci vi sono anche i Comuni di Reggio Emilia, Parma, Piacenza ed altri piccoli comuni emiliani.

Nel Novembre 2012 Iren stipulò un contratto con il Comune di Torino finalizzato alla riduzione del credito nei confronti della Città di Torino e alla revisione di contratti di servizio con l’accettazione e la sottoscrizione di un piano di rientro del credito verso la Città di Torino che prevedeva tra l’altro, attraverso una riduzione del credito costante ed uniforme nel tempo, un saldo di Conto Corrente condiviso (scaduto da oltre 105 giorni) al 31 dicembre 2020 al massimo di 30 milioni di Euro.
L’obbiettivo era quello di:
– un sostanziale allineamento alle condizioni di mercato delle nuove condizioni negoziate con la Città di Torino;
– la riduzione della posizione finanziaria lorda per effetto della riduzione del credito finanziario;
– la continuità aziendale del credito maturato e delle attività di Iride Servizi relative agli affidamenti della Città di Torino;
– forme di tutela a favore di Iren nell ipotesi di inosservanza degli impegni principali da parte della Città di Torino.
In sostanza il Comune di Torino aveva un ingente debito verso Iren e si impegnava a rientrare progressivamente negli anni grazie agli incassi delle tasse dei cittadini.
Lunedì scorso c’è stata l’assemblea dei soci, ed i piccoli azionisti hanno sottolineato come, in barba agli accordi presi e sottoscritti nel 2012, “analizzando la relazione di bilancio del gruppo Iren si evidenzia un indebitamento complessivo del Comune di Torino non soltanto eccessivamente elevato, ma perdurante nel tempo e recentemente rialimentato dall’acquisizione del 50% di AMIAT spa“.
Pongono all’attenzione come “tale posizione debitoria non possa essere ricondotta nell’ambito di un ordinario rapporto tra cliente e fornitore e che, trattandosi di parte correlata in quanto uno dei principali azionisti di Iren, non dovrebbe in alcun modo trarre indebiti vantaggi ricevendo da Iren spa non soltanto la fornitura di un servizio ma anche un sostegno duraturo di natura finanziaria.
Viene evidenziato che “nel dettaglio, il credito verso il Comune di Torino viene gestito all’interno di un’operazione di ‘conto corrente condiviso’ con lo stesso Comune, una sorta di plafond, trasformando di fatto quella parte di esposizione da credito commerciale a credito finanziario al fine di migliorare la posizione finanziaria netta complessiva. Il credito della controllata AMIAT spa nei confronti del Comune passa da 67,7 milioni di euro del 31/03/15 a 80,6 milioni di euro al 30 giugno 2015 e a 83,7 milioni di euro al 30 settembre 2015: pertanto, non solo la parte di credito finanziario si incrementa, ma anche l’esposizione complessiva (Iren servizi e innovazione, AMIAT) resta sistematicamente assai elevata (circa 190 milioni sempre al 30 settembre 2015).
Il Movimento 5 Stelle Torino si era già attivato per tempo segnalando le criticità con un interrogazione di maggio 2015. Ad oggi, a meno di un mese dalle elezioni, l’esposizione debitoria del Comune di Torino rimane molto alta e ben distante dall’obbiettivo pianificato nel 2012.
Gli interessi passivi sul debito gravano sulle tasche dei torinesi, e al contempo Iren ha garantito ampi margini operativi di cassa al Comune.
In questi cinque anni e ancora di più in questi mesi abbiamo elaborato il nostro programma per la Torino di domani, sicura, sana e solidale. Abbiamo già presentato i primi 5 Assessori della futura giunta e presto presenteremo gli altri. In altre parole: siamo pronti per governare Torino.
Vogliamo però che, nell’interesse di tutti i torinesi, venga elaborato subito un piano di rientro del debito per permettere a Torino di guardare con serenità al futuro.

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