#Deflazione, disoccupazione, povertà: non siamo mai stati così male

Siamo l’ultima ruota del carro europeo. +0,7% in Germania, +0,5% in Francia, +0,4% nel Regno Unito, +0,3% in Italia. Sono i numeri della crescita del Pil nel primo trimestre 2016 rispetto all’ultimo trimestre 2015. La media dell’eurozona è +0,6%. Il Pil italiano è crollato del 9% dal 2008 al 2014. La produzione industriale di circa il 25%, il tasso di disoccupazione è salito dal 6,5% fino al 13%, per poi attestarsi vicino al 12%. Ci sono 10 milioni di poveri. Chiudono 390 imprese al giorno. Non siamo mai stati così male. Poveri di guerra in tempo di pace. Giovani che emigrano perchè non trovano lavoro, pensionati che mantengono i figli adulti, coppie che non possono permettersi di fare figli, persone che rinunciano alle cure per mancanza di soldi. Uno scenario catastrofico per i cittadini e c’è chi esulta. Forse perchè rendono conto non a loro, ma alle lobby. Le misure del governo (al netto delle balle del Bomba) sono come un’aspirina a un comatoso. Per rianimare l’Italia ci vuole il Reddito di Cittadinanza, l’unica manovra economica che può far ripartire consumi e imprese e restituire dignità a chi è stato abbandonato dallo Stato. Oggi la proposta di legge presentata dal MoVimento 5 Stelle è in commissione al Senato aspettando che Grasso si svegli e la calendarizzi per la discussione in Aula.
Il +0,6% del 2015 (e il segno + di inizio 2016) vanno attribuiti in gran parte allo scenario internazionale, che si è fatto più favorevole per tre motivi: svalutazione graduale dell’euro, manovre monetarie della Bce con abbassamento del costo del debito, e soprattutto crollo del prezzo del petrolio. Senza questa spinta esterna, l’economia italiana sarebbe ufficialmente in recessione.

VIDEO Il reddito di cittadinanza spiegato in 90 secondi!

Ma il rischio più grande è la deflazione. Si tratta dell’abbassamento del livello dei prezzi, che nel primo trimestre 2016 ha segnato -0,5% rispetto ad un anno fa. Il Governo prova disperatamente a vendere la deflazione come qualcosa di positivo per gli italiani. I prezzi si abbassano, si dice, e quindi aumenta il potere di acquisto delle famiglie. FALSO. La deflazione è una sentenza di morte per l’economia per due motivi.
1) I prezzi di un’economia in salute tendono a crescere costantemente e con moderazione. Se i prezzi calano significa che gli imprenditori sono costretti a ridurli perché manca il potere d’acquisto necessario a sostenere la produzione industriale. Caleranno quindi gli investimenti e l’occupazione, con ulteriore approfondimento della deflazione.
2) Il secondo riguarda i debiti. Quando l’inflazione cresce restituire i propri debiti diventa più facile. Se ho un debito di 100 contratto nell’anno x, e i prezzi nel frattempo aumentano del 5%, l’anno successivo dovrò restituire sempre 100, ma in termini di potere d’acquisto avrò restituito in realtà 95. Questo vale per i privati e per il pubblico. Non si sono mai ottenute grandi riduzioni del debito pubblico attraverso austerità e tagli di spesa sociale, ma attraverso la crescita economica e dei prezzi. La nostra situazione è destinata a peggiorare.
Si deve redistribuire la ricchezza aumentando il reddito delle famiglie più disagiate con il Reddito di Cittadinanza, aumentare gli investimenti nei settori strategici far ripartire il Sud Italia, ristabilire un quadro di stabilità del posto di lavoro, e con esso favorire un maggior potere contrattuale dei lavoratori. Maggiore domanda, maggiori profitti e investimenti delle imprese, aumento dei prezzi con abbattimento dei debiti privati e pubblici. Per farlo serve uscire dall’ideologia dell’austerità. Questo Governo, che esulta per i decimali e dà mancette elettorali anzichè manovre economiche, non lo farà mai. L’Italia non può aspettare: Reddito di Cittadinanza subito!