Passaparola: Con il gioco d’azzardo lo Stato ti droga, di Marco Dotti

Oggi in Italia il giro d’affari legato al gioco d’azzardo legale di Stato e indotto dallo Stato si aggira sugli 84,5 miliardi di Euro, di fatturato, metà di questi 84 e passa miliardi di Euro, sono generati da macchine, slot machine, videolottery quello che viene definito il machine gambling in Italia è il problema cruciale per quanto riguarda il gioco d’azzardo. Quando entrate in un bar, in una tabaccheria, in un locale vedete uomini e donne spiegate su una macchina, si parla di quasi 2/3 della popolazione italiana, dovete capire che non sono solo uomini e donne piegati su un macchina ma sono i terminali di un circuito di predazione finanziaria che ha la sua testa nello Stato e il suo cuore in società offshore. Marco Dotti, giornalista esperto di patologie legate al gioco d’azzardo

Un saluto a tutti gli amici del blog di Beppe Grillo, come ha dimostrato una ricercatrice, il gioco d’azzardo di massa, tramite macchine, è pensato e organizzato da algoritmi per costruire una dipendenza. La macchina è progettata per mettere a profitto questo inganno, lo Stato questo lo sa benissimo.
Lo scopo di queste macchine che ipocritamente lo Stato qualifica come giochi di abilità è quello di produrre dipendenti di massa. E’ impossibile giocare responsabilmente davanti a una slot, produrre la dipendenza è lo scopo primario di questo business, le slot machine sono esattamente questo e si presentano alla portata di tutti, a accesso immediato, però fortemente pericoloso.

Droga di Stato
E’ una droga di Stato. Lo Stato la produce, lo Stato la induce attraverso la pubblicità, lo Stato la deduce dalle proprie responsabilità etiche, sociali e civili, ma c’è anche un altro punto: lo Stato la appalta a privati. Questo è un meccanismo perverso perché lo stesso Stato poi si perora di voler curare le patologie, di investire nella prevenzione, stiamo assistendo in questo caso a un’alleanza perversa tra business privato, business di Stato e business della riabilitazione che è un vero e proprio meccanismo di prelazione finanziaria. Gli interessi in gioco in questo settore sono tantissimi, sono molti per lo Stato che ci guadagna sugli 8 miliardi di Euro di entrate fiscali l’anno ma ne ha spese più di due per incassarlo. Sono ancora di più per le corporation, le multinazionali spesso con sedi offshore che prendono le concessioni dallo Stato per gestire questo enorme business.

Un business ipocrita
Un business che ovviamente con la foglia di fico del gioco responsabile vorrebbe scaricare tutte le colpe dei propri disvalori sul giocatore, dicendo: alla fine hai sbagliato tu, ti sei ingannato davanti a quella macchina, la patologia è parte del problema ma il problema è molto più grande, non si possono indurre dipendenze di massa e questa dipendenza ha una finalità precisa, più si è dipendenti dal gioco d’azzardo, più la prelazione finanziaria che non può entrare dalla porta dell’usura, della speculazione bancaria o finanziaria strettamente detta entra dalla finestra del gioco d’azzardo diffuso, chi fa business in questo settore e anche lo Stato sono ben disposti a sacrificare o a lasciare per strada magari in qualche casa di cura, a carico di qualche cooperativa finanziata dagli stessi che producono il problema, quei pochi o tanti che si ammalano in forma conclamata. Mai come in questo caso dobbiamo dire che lo Stato ti droga, soprattutto una droga legale di questo tipo, diffusa massivamente, si parla di 428 mila slot machine, diffuse su tutto il territorio italiano, sono un numero senza precedenti in tutto l’occidente democratico.

Come funziona la truffa del gioco d’azzardo
In Italia in sistema del gioco d’azzardo è dato in concessione a privati, che progettano, sviluppano, studiano, finanziano software e per le macchinette, algoritmi programmati per far perdere il giocatore e per attrarlo continuamente verso di sé attraverso un doppio meccanismo di piccole vincite e grandi perdite.
Dal 2012 le slot machine che vediamo nei bar hanno anche una verse online, grazie al governo Monti che legalizzò i cosiddetti casinò games roulette e slot online, c’è anche stata un allarme da questo punto di vista delle autorità internazionali, perfino dall’Fbi sul nesso pericolosissimo tra movimenti di denaro, gioco d’azzardo online e possibilità di finanziamento di attività illecite e terroristiche. Con una slot machine da bar, con un Euro la partita dura 4 secondi. Mettiamo il caso che una macchinetta incassi 100 mila Euro, per legge ne dovrà “restituire” al giocatore 70 mila, quindi formalmente dal punto di vista della contabilità incasserà 30 mila Euro. Noi sappiamo che in realtà quei 70 mila Euro, “restituiti” al giocatore, vengono continuamente reinvestiti. C’è quindi una percentuale discretamente alta di quello che però tecnicamente si chiama il cash out, molto più bassa però di quello che è previsto per le slot machine da casinò che restituiscono anche il 92/93%, quindi non c’è assolutamente una convenienza per il giocatore, c’è una certezza di perdita, cosa ha rotto, spezzato non solo il patto di omertà ma il legame perverso tra istituzioni e mondo dell’azzardo?

La denuncia del sistema
L’attivismo dei cittadini e di molti sindaci che hanno capito che qualcosa sui territori non funzionava, è tornata la micro-usura, cresce il disagio, interi quartieri si sono trasformati in zone periferiche di microbische, i sindaci hanno posto all’attenzione delle autorità centrali un problema di ordine e salute pubblica e soprattutto i cittadini hanno chiesto il rispetto della Costituzione non si può garantire una presunta libertà di impresa se questa libertà di impresa contravviene a un principio fondamentale, contrasta e intacca la dignità, la libertà e la responsabilità vera delle persone, noi dobbiamo in tutti i modi evitare che questo privatissimo business che in parte, in gran parte è un business anche di Stato ricada ancora una volta sulle spalle dei cittadini, passate parola!

PS: Sono in corso le certificazioni delle liste del MoVimento 5 Stelle. Chi vuole presentarsi nei comuni italiani al voto nel 2016 dovrà inviare la propria lista seguendo la procedura di certificazione entro il 10 aprile. Per i capoluoghi di provincia da oggi non verranno più accettate liste ulteriori o alternative a quelle già presentate dovendo procedere all’ufficializzazione e certificazione delle liste depositate.