Il sistema Casavatore e le primarie a Napoli #PiddiniParlate

Casavatore, simbolo della #GomorraPd, non è un caso. Quanto accaduto nel paese in provincia di Napoli è un sistema. Il “sistema Casavatore“, con uno schema semplice quanto micidiale.
Liste e listarelle appoggiano entrambi i candidati sindaco, con dentro criminali di ogni specie, come verificato dai carabinieri a Casavatore. L’unica formazione che vince, in questo modo, è la camorra, a prescindere dalla lista che prende più seggi, a prescindere da chi viene eletto sindaco. Il sistema non si ferma alla conquista della poltrona, la camorra non porta certo l’acqua al mulino di uno o dell’altro sindaco senza volere nulla in cambio. L’oggetto di scambio è sempre sulla pelle dei cittadini: oggi l’appalto della scuola dove andranno i nostri figli, domani il posto di medico all’Asl locale. Crollano i tetti delle scuole perché i clan hanno barato sulla composizione del calcestruzzo. Avvengono casi di malasanità perché quei medici non arrivano in quei posti per meriti professionali. E così via. È un sistema, non un caso.

VIDEO Primarie PD: l’inchiesta di FanPage che svela i brogli

Anche a Napoli per il Pd ha funzionato il sistema Casavatore, lo si è visto alle primarie di questo fine settimana che devono preoccupare tutti, anche chi non vota Pd: chi ha dato i soldi per le primarie vorrà anche lui la sua parte.
I partiti non hanno alcuna barriera all’infiltrazione della criminalità organizzata e dimostrano di non avere alcuna intenzione a inserire un filtro per evitarle. La questione è seria e non ha bandiere politiche. Il sistema Casavatore è un sistema politico che va approfondito. Per questo il vicesegretario del Pd, Lorenzo Guerini che aveva fatto campagna elettorale per il candidato piddino di Casavatore, la candidata sindaco di Napoli favorita dai brogli e dalla compravendita di voti, Valeria Valente, e i vertici del Pd devono presentarsi in commissione Antimafia, parlare e dire tutta la verità. Il Pd non vuole queste audizioni, le rifugge come la peste. Non appena il M5S richiede le audizioni arrivano minacce “paramafiose“, come riferito dal portavoce M5S D’Uva, verso la presidente dell’antimafia Bindi. Quando i componenti M5S dell’antimafia hanno richiesto le audizioni di Guerini e Valente i giornali hanno riportato la notizia delle possibile sostituzione della Bindi con Fiano. Un ricattino democratico. L’antimafia non è un giocattolino in mano al Pd. Guerini e Valente devono presentarsi in antimafia. La questione è seria. L’omertà piddina è un regalo alla camorra. #PiddiniParlate!