Passaparola, Banca Etruria: #BoschiDicciLaVerità – di FrancoBechis

di Franco Bechis

“Saluto gli amici del blog di Beppe Grillo. Su Banca Etruria ci sono molte cose nuove che si stanno finalmente comprendendo.
Una riguarda la gestione di quella banca, che è stata gestita come peggio non si potrebbe. L’altra riguarda la possibilità che quella banca si potesse salvare. E’ stata fatta fallire mettendo in braghe di tela i risparmiatori, e soprattutto gli obbligazionisti subordinati per esclusiva decisione del governo, e il mio sospetto è che è stato fatto per ripulire quella banca e darla come un bel bocconcino a qualche altro grande gruppo. Vedremo chi sarà questo gruppo.

Papà Boschi
Il papà di Maria Elena Boschi, che si chiama Pierluigi Boschi, è stato membro del comitato esecutivo di quella banca nel 2013 e poi vicepresidente nel 2014. Ha partecipato a tutte le decisioni importanti, perché aveva il 97% di presenze sui fidi concessi. Alcuni di quei fidi sono sicuramente irregolari ed in conflitto di interessi. Non vedo come sia possibile che non sia iscritto nel registro degli indagati.
Una volta che il papà sarà iscritto, perché lo diamo per scontato, starà poi alla figlia, che finora ha preso sempre le distanze. Anzi man mano che passa il tempo e che sa che quell’avviso arriva, lei non vede non sente e non parla, quasi non conosce il papà. Lei certamente non si dimetterà, ma ci si è dimessi per molto meno.

Lo scudo per il papà con un decreto
Certamente è stato messo uno scudo importante con il decreto di risoluzione, e quindi poi col decreto Salvabanche come viene popolarmente definito, per tutti gli amministratori, perché non è possibile fare l’azione dei creditori sociali che invece in altri casi era possibile. Per i risparmiatori questo scudo non è stato messo, anzi alla fine è stata fatta un’operazione per cui pagano soltanto loro. Perché solo sulla carta il fondo interbancario di garanzia ha messo dei soldi lì; ma quei soldi se li riprenderà vendendo i crediti deteriorati, e poi la nuova banca che è pulita e vergine come nessun altra banca italiana. E quindi ci guadagneranno parecchio. Chi paga il conto? 250 milioni di obbligazionisti subordinati. Questo non è accettabile, e vanno rimborsati tutti.

Il conflitto di interessi del ministro Boschi
Allora, oggi noi non abbiamo una vera legge sul conflitto di interessi, quindi è sostanziale, sicuro che c’è un conflitto di interessi di Maria Elena Boschi perché fa parte, ed è Ministro non secondario, di un governo che ha deciso tutto quello che si poteva decidere su quelle quattro banche, e in particolare su Banca Etruria. Perché dalle indagini che stiamo facendo, quella banca forse non era in condizioni così disastrose, si poteva salvare con altri tipi di operazioni, ma si è scelto di non farlo. Io sono convinto perché avevano un compratore, e quel compratore poi sbucherà fuori.
Certo bisognerebbe rifarla una legge sul conflitto di interessi. Cito anche un particolare che può sembrare da addetti ai lavori: i vigilanti su Banca Etruria, quelli della Consob, sono finiti in Banca Etruria un secondo dopo aver lasciato il lavoro in Consob. Lo sceriffo è andato a rafforzare le truppe di quelli che doveva controllare. C’è andato il segretario generale della Consob, è andato a fare il presidente del collegio sindacale, l’ex direttore generale della Consob. Questo non può essere possibile, bisogna rifare la legge sul conflitto di interessi.

I pasticci della Banca d’Italia
La Banca d’Italia ha pasticciato parecchio, ci sono alcune cose un po’ tecniche, sono avvenute soprattutto negli ultimi giorni prima del commissariamento che fanno pensare che non avessero capito molto di quel che c’era, abbiano indirizzato alla fine come volevano loro, hanno imposto ad esempio Mediobanca come advisor per un matrimonio che poi non s’è fatto, hanno fatto svalutare i crediti di Banca Etruria molto più di quel che era necessario, perché non bisogna essere al 90% di copertura, nessuna banca italiana lo è, lo volevano solo per quello. Sapevano che era un’operazione che non andava fatta in quella maniera, hanno commissariato la banca, hanno fatto fare l’operazione ai vecchi vertici il giorno dopo, quando non dovevano essere più in carica, e i commissari di Bankitalia non l’hanno controfirmata. C’è più di un giallo su quello che è avvenuto in Banca Etruria.

De Benedetti e gli speculatori
Allora molti personaggi, e fra questi sicuramente De Benedetti con la sua Romed, hanno speculato su Banca Etruria nel gennaio 2015. Sapevano due cose che noi non conoscevamo, noi tutti ma neanche gli addetti ai lavori: che Banca Etruria stava pulendo molto i bilanci, cioè che c’era qualcuno che probabilmente doveva comprarla, e che quel titolo sarebbe stato inserito a sorpresa nel decreto Popolari di Matteo Renzi. Tant’è che Banca Etruria in 15 giorni dal 16 gennaio, quando Renzi disse alla direzione PD “Voglio fare un provvedimento sulle Popolari“, al 30 gennaio, ha guadagnato il 67%. Tutte le Popolari hanno guadagnato, ma la seconda ha guadagnato il 30. Quindi c’era qualcuno che sapeva da prima le cose che erano preparate per Banca Etruria. De Benedetti ha certamente realizzato un buon guadagno, ma c’è un intermediario di Londra che ha fatto 10 milioni in un colpo solo: lì forse l’indagine andrebbe un po’ indirizzata.

Il governo deve risarcire i creditori frodati!
Io sono convinto che il governo debba risarcire quei creditori, anche perché l’abbiamo dimostrato più volte con le nostre inchieste, quei creditori sono stati frodati. Quelle obbligazioni subordinate non avevano gli avvisi necessari, avevano addirittura i tassi di interesse dei Btp quindi erano costruite apposta per fregare il piccolo risparmiatore che non era neanche attratto da grandi guadagni, era convinto che fossero titoli sicuri. Non si può far altro che rimborsarli tutti, e io credo che man mano che arriveranno gli avvisi di garanzia, la polemica politica crescerà, si alzerà il fondo per questi risparmiatori fino a rimborsarli tutti perché non c’è altra strada. Ricordo che l’operazione su Etruria, anche ex amministratori lo raccontano nelle varie inchieste che sono apparse, stava per essere venduta dopo il decreto Popolari. Ma c’è stata gran sollevazione del Parlamento sulla Boschi e il conflitto di interessi, e a quel momento hanno detto agli amministratori di Banca Etruria “Stiamo calmi, non è il momento di fare l’operazione“. Quel pressing aiuterà i risparmiatori.

Più vigilanza ed eliminare i conflitti d’interesse
Secondo me più che attraverso la creazione di banche pubbliche, si potrà evitare fatti del genere in futuro, e io sono sicuro che ne capiteranno perché stanno per scoppiare altri casi, con una vigilanza pubblica reale e con l’eliminazione di qualsiasi conflitto di interesse. Se si riesce a vigilare davvero, a riportare la struttura di Bankitalia (che non è di gradissimo livello in questo momento, anche nel settore della vigilanza) della Consob, fuori da tutti i conflitti di interesse (basta mettere politici ed ex politici ai vertici di organi che devono essere di garanzia! basta che lo faccia il governo! deve essere una cosa che sia il più possibile indipendente dal potere e dall’esecutivo in quel momento) in quel modo si può controllare. Se non c’è questo controllo non c’è nessuna possibilità di evitare casi del genere. Ed ora, passate parola!