L’autunno caldo della scuola

“Avevano detto ‘basta con la ‘supplentite’ e invece a settembre la carica degli insegnanti precari, puntuale come ogni anno, salirà di nuovo sulle oltre 3 mila cattedre rimaste scoperte. Avevano promesso scuole green e più sicure e invece i soffitti continueranno a crollare, l’amianto rimarrà lì dov’è e gli impianti di efficientamento energetico resteranno un miraggio. Avevano annunciato finalmente l’arrivo del merito e invece da settembre avremo scuole e insegnanti di serie A e di serie B.
Da un lato ci sono le balle del governo, dall’altra la dura realtà che insegnati e studenti ritroveranno a settembre appena rientrati a scuola, quando tutti i nodi di questa pericolosa riforma verranno al pettine.
Il primo bluff che verrà a galla sarà quello delle assunzioni. Renzi dice di averne fatte 100 mila, ma oltre la metà sono solo virtuali, cioè con decorrenza giuridica da quest’anno ma cattedra e stipendio rinviati all’anno scolastico 2016-2017. Moltissimi precari assunti saranno costretti a trasferimenti forzati al Nord, mentre al Sud molte cattedre resteranno scoperte..
I genitori dovranno continuare a portare la carta igienica nelle scuole pubbliche, ma quelli che scelgono di iscrivere i propri ragazzi alle scuole private paritarie potranno godere di agevolazioni fiscali fino a 400 euro a figlio. Infine con i finanziamenti dei privati, lo school bonus, si traccerà definitivamente un solco tra scuole privilegiate e altre destinate a rimanere in fondo alla classifica.
Ma ad attendere Renzi al varco, a settembre, ci sarà tutto il mondo della scuola, già sul piede di guerra. E ci sarà anche il M5S, che in questi mesi si è battuto nelle Aule parlamentari e in piazza per fermare questa riforma e ora ha aperto un nuove fronte nelle Regioni, con l’obiettivo di cancellare questa legge portandola direttamente davanti alla Corte Costituzionale.
Per farlo sono state depositate delle mozioni nei Consigli Regionali in cui è presente il M5S, mozioni che impegnano la Giunta ad impugnare il Ddl Scuola per i suoi profili di incostituzionalità: la formazione professionale (materia di esclusiva competenza delle Regioni) e lo strapotere dei dirigenti che inficia l’autonomia delle istituzioni scolastiche. Le mozioni andranno discusse e, se approvate, le Giunte dovranno far ricorso alla Consulta.
I primi risultati sono già arrivati: la mozione è stata già discussa e approvata all’unanimità in Puglia. Se l’esito dovesse essere lo stesso anche nelle altre Regioni, allora per Renzi sarà un autunno caldissimo”.
M5s Parlamento