Lampade rotte, si opera con la luce del telefonino

“Accade che i chirurghi dell’ospedale Santa Caterina Novella di Galatina debbano operare utilizzando la torcia del telefonino perché la scialitica, ossia la lampada che serve a illuminare il campo operatorio, è rotta da quattro anni. Durante tutto questo tempo, in quella stessa sala, una delle tre che compongono il blocco operatorio al secondo piano dell’ospedale, si sono svolti centinaia di interventi, in media almeno una cinquantina al mese, secondo quanto fa sapere il personale sanitario.
Sono state fatte e si continuano a fare operazioni anche complesse di chirurgia generale, ortopedia, urologia, ginecologia, otorinolaringoiatria. E non è dato sapere se i pazienti finiti sotto i ferri siano stati informati preventivamente del fatto che la grande lampada fissa che serve ai chirurghi per operare nelle migliori condizioni possibili era guasta e che, di conseguenza, gli interventi si sarebbero svolti con l’illuminazione, per così dire, di riserva, irraggiata da una scialitica portatile, l’unica fornita dall’ospedale in sostituzione di quella guasta. Doveva essere una soluzione tampone. Questo si pensò subito dopo il guasto della lampada principale. Anche perché la scialitica portatile, a detta dei medici, non è l’ideale per affrontare soprattutto gli interventi più impegnativi, in quanto concepita per uso prettamente ambulatoriale. Le foto scattate in sala operatoria durante un’operazione sono eloquenti. La mano di un assistente dell’équipe chirurgica sostiene un apparecchio telefonico portatile che proietta un fascio luminoso sul paziente. Sul fatto che il telefonino venga utilizzato per illuminare la zona del corpo su cui si esegue l’intervento non ci sono dubbi, tant’è che sul display del cellulare è bene evidente il simbolo della torcia attivata. La grande lampada fissata sopra il tavolo operatorio, invece, è spenta.
Gli scatti risalgono a poco prima dell’estate, ma una cosa è certa: in quell’ambiente operatorio, ad oggi, la scialitica fissa è ancora rotta e si continua a operare in condizioni che, secondo i medici, non sono ideali. E ciò per l’assenza di una luce perfettamente uniforme, in grado di garantire la massima riduzione delle ombre, cioè il cosiddetto effetto scialitico, indispensabile affinché il chirurgo possa affondare il bisturi con la massima precisione senza ricorrere ad artifici estemporanei come la lucina dello smartphone. Eppure, da quattro anni a questa parte, più volte i camici bianchi dell’ospedale Santa Caterina Novella hanno segnalato il guasto alla direzione medica del nosocomio, ma la scialitica non è stata mai riparata né sostituita. Nelle scorse settimane la Asl ha disposto una verifica straordinaria delle sale operatorie di tutti gli ospedali della provincia di Lecce. I controlli sono stati affidati al Servizio di igiene pubblica per garantire la sicurezza dei pazienti e degli operatori, indipendentemente dagli investimenti che dovessero eventualmente rendersi necessari, aveva spiegato la direzione generale dell’Asl per bocca del manager Giovanni Gorgoni, annunciando l’iniziativa. Le ispezioni dell’Asl sono scattate in seguito alla richiesta di intervento dei carabinieri dei Nuclei antisofisticazione e sanità (Nas) di Lecce avanzata dalle organizzazioni sindacali preoccupate per le condizioni di sicurezza nelle sale operatorie salentine”.
Fonte:
Corriere.it