L’inquinamento uccide 34.000 italiani l’anno

“L’importanza di politiche orientate verso la sostenibilità ambientale e la riduzione drastica degli inquinanti atmosferici è tutta nei dati resi pubblici dal Ministero della Salute: l’inquinamento uccide ogni anno in Italia più di 30 mila persone.
Sono i risultati del progetto CCM VIIAS (Valutazione Integrata dell’Impatto su Ambiente e Salute dell’inquinamento atmosferico), presentati presso il Ministero della Salute, riguardanti le conseguenze dell’impatto sulla salute umana dell’inquinamento atmosferico in Italia, in particolare nelle nostre città.

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Un panorama inquietante a cui Governo e Parlamento dovrebbero subito provvedere in termini di politiche dedicate alla tutela della salute degli individui, con un maggiore impegno sul lato della riduzione dell’inquinamento e nel favorire il cambiamento degli stili di vita. Gli sforzi dovrebbero concentrarsi sulle soluzioni già previste nei diversi modelli smart city lanciati in tutta Europa, con misure efficaci in termini di efficienza energetica, mobilità sostenibile (smart mobility, spostamenti in bicicletta e più aree pedonali), contrasto ai cambiamenti climatici, sostegno alla resilienza, gestione intelligente dei rifiuti (riciclo e riuso), promozione delle smart & clean technologies, abbandono di modelli di consumo non più sostenibili (a partire della famiglie).
Secondo i risultati del progetto finanziato dal Centro Controllo Malattie (CCM) del Ministero della Salute, circa il 29% della popolazione italiana vive in luoghi dove la concentrazione degli inquinanti è in media sopra la soglia di legge.
Nel 2005 il numero di decessi attribuibili all’inquinamento è stato, rispettivamente, 34.552 per il PM 2.5, 23.387 per l’NO2 e 1.707 per l’O3. Nel 2010 si è osservata una forte diminuzione per il PM 2.5 (21.524) e l’NO2 (11.993), soprattutto per le ridotte emissioni dovute alla recessione economica, mentre nel 2020, nonostante i miglioramenti tecnologici e le politiche adottate, si ha uno scenario tutt’altro che migliorato rispetto a dieci anni prima (28.595 morti per PM 2.5 e 10.117 per NO2).
Secondo lo studio, l’inquinamento accorcia mediamente la vita di ciascun italiano di 10 mesi (1 anno e 5 mesi per chi vive in città); 14 per chi vive al Nord, 6,6 per gli abitanti del Centro e 5,7 al Sud e isole.
Maggiormente colpito è il Nord del Paese (per il 65% del totale) e in generale le aree urbane della pianura padana congestionate dal traffico e i distretti industriali. Prendendo ad esempio la provincia di Milano, si sono registrati 5.687 decessi al 2005, 4.415 al 2010, con una previsione per il 2020 di 2.750 morti. Dato che si dimezzerebbe quasi facendo rispettare le norme attuali (2.423) e sarebbe di 3.581 con un inquinamento pari al 20% in meno rispetto a quello attuale.” leggi l’articolo integrale su key4biz