Un giorno di ordinaria follia

“Chi scrive è un “untore” e nella Milano del 1630 avrebbe trovato posto su un rogo. Oggi invece il mio posto è sotto il microscopio dell’Agenzia delle Entrate. Sì perchè da lavoratore autonomo mi sono macchiato di una colpa indicibile: nel 2008 mi sono sposato ed ho acquistato casa. E dato che a colpa si aggiunge colpa, ho sposato un’artigiana che lavorando in proprio, anch’essa è additabile a stregoneria. Sta di fatto che l’Agenzia d. E., con un atteggiamento da gang ispanica, pur giustificatomi della mia posizione, mi nega la circostanza, reale e naturale, che i nostri genitori nel corso dell’anno ci abbiano aiutato con dei regali in denaro per le spese, e che addirittura il regalo in contanti di Natale 2008 sia “operazione sospetta“. Naturalmente dette somme sono passate regolarmente sul mio conto presso Bancoposta ma dovrei ora per allora risalire al movimento bancario di mio padre, peraltro deceduto un anno fa. Come se una persona novantenne avesse una contabilità in stile S.r.l. piuttosto che dei propri risparmi “in fondo al cassetto“. Ma non basta, per andare fuori di testa l’estratto conto di Bancoposta arriva da Roma su carta non intestata, l’Agenzia d.E. pretende sulle pagine un timbro di “avvallo” dell’Ufficio Postale locale (di Tortona) il quale si rifiuta di apporlo. “ok, voi volete la valigetta? e io adesso ve la do.. potete prenderla la valigetta” ” Elio Giardinelli