Comunicato politico numero quarantatre

Non vedete? La frattura tra politica e realtà, tra partiti e Paese si è ormai consumata. I giornali sembrano obituari dei vari Casini, Calderoli e Bersani e le apparizioni televisive di Berlusconi sono la riproduzione dei filmati Luce del ventennio fascista. Fantasmi sempre più evanescenti evocati dalle trasmissioni televisive per scannarsi come cani rabbiosi e fare audience. Un vecchio mondo ci lascia, con i suoi apparentamenti, le percentuali di voto, i ballottaggi, le alternanze fasulle e i suoi leader artefatti. Un mondo senza luce, né informazione, con cittadini esclusi da ogni decisione e la forza pubblica usata contro di loro come sola difesa da una poliarchia (copyright Giovanni Sartori) per affermare leggi ingiuste e prevaricazioni sociali come una volta si usavano i soldati di ventura contro i sudditi. I partiti non sono tutti uguali, ma sono tutti partiti. Intermediazioni tra il cittadino e la cosa pubblica. Sovrastrutture senza valore aggiunto, se non per sé stesse. I politici sono immuni a qualunque crisi. I partiti sono il passato, saranno cancellati dalla Storia, lo percepiscono e reagiscono negando la realtà. La Rete rende le persone consapevoli e favorisce nuove forme di aggregazione, di partecipazione. Il contrario delle organizzazioni verticistiche dei partiti. Non lo sentite il vento del Maghreb? Il ghibli caldo e secco dei migranti che soffia sui sistemi decrepiti delle false democrazie occidentali dove l’unico gesto concesso è mettere una croce su una scheda? Gli strilli dei giornalisti, le nuove oche del Campidoglio nutrite a forza di finanziamenti pubblici sono sempre più striduli. Il foie gras che servono a tavola quotidianamente ai loro padroni sono il mantenimento dello status quo e la distruzione dell’avversario, senza mai discuterne le idee. Guitto, cialtrone, comico fallito, fascista del nuovo millennio, estremista leninista (forse anche un po’ stalinista) sono gli insulti che mi rivolgono. Non hanno capito nulla del cambiamento, ne sono esclusi. Lo spirito dei tempi lascia dietro di sé la politica fatta con i soldi. Il futuro è post ideologico e una nuova generazione sta prendendo coscienza di sé e del precipizio finanziario, sociale, economico creato dall’attuale sistema. Cambiare il sistema e emarginare chi l’ha creato e consentito è l’unica scelta. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.